Scaffali vuoti a Woolworths: le ragioni degli scioperi

Workers wearing yellow vests participate in a strike.

Dipendenti del Dandenong South Distribution Centre di Woolworths in sciopero. Source: AAP / Diego Fedele

Gli operai dei centri di smistamento di Woolworths incrociano le braccia nel mese più caldo - finanziariamente parlando - dell'anno, mentre lo staff dell'ANU teme tagli draconiani. Il punto sulla finanza australiana del professor Massimiliano Tani.


Quello che si sta per chiudere non è stato un anno da ricordare per Woolworths, almeno per quanto riguarda la sua immagine.

Prima vennero le dimissioni del CEO Brad Banducci, autore di gaffe memorabili, seguite poi dalla questione legata al price gauging.

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Price gauging, Coles e Woolworths in Senato

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17/04/202408:14
Adesso sono gli scioperi a scuotere il gigante della grande distribuzione: i lavoratori chiedono stipendi più alti e la rimozione di strategie di valutazione del lavoro definite dai sindacati “rischiose”. Nel mirino ce n'è in particolare una, che prevede provvedimenti disciplinari laddove l’efficienza dei lavoratori nei magazzini non sia sempre al 100%.

Risultato: gli scaffali nei punti vendita ricordano i tempi del COVID, e clienti che andranno a rifornirsi dalla concorrenza.

"In sostanza si vogliono macchine e non esseri umani", sostiene il professore di Economia della UNSW di Canberra Massimiliano Tani, che prosegue: "per quanto uno possa volere l'automatizzazione, saranno sempre le persone a far parte dell'azienda. Il danno si ripercuote sulle aziende satellite, ma Woolworths ha certamente le risorse finanziarie per risolvere la situazione".
Tani ha anche commentato la situazione alla Australian National University (ANU) di Canberra, che secondo The Australian Financial Review sta vivendo in un clima di terrore.

La nuova Vice Chancellor, infatti, vorrebbe risanare i conti - disastrati, con un passivo di 250 milioni di dollari - in soli 16 mesi, adottando misure draconiane contro i lavoratori: "Anche qui, se togli le persone svuoti le aziende; è così difficile da capire?", conclude Tani.

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