Visti familiari in Australia: un’attesa che può superare i 50 anni

Laura Baldoin, Sofia and Beatrice

Laura Baldoin, Sofia and Beatrice Source: Courtesy of Francesca Roma

La Signora Baldoin ha raggiunto la famiglia di sua figlia in Australia, ma rischia di ottenere un visto permanente non prima di compiere 100 anni. In trent'anni, i visti familiari in Australia sono dimezzati, arrivando in alcuni casi a comportare un’attesa di 54 anni per chi li richiede.


Francesca Roma è arrivata a Melbourne nel 2015 dopo aver vissuto 10 anni a Londra, dove ha conosciuto il marito australiano.

"La nostra prima figlia è nata a Londra, la seconda in Italia. Eravamo felici in Europa, ma mio marito voleva essere più vicino alla sua famiglia quindi abbiamo deciso di provare questa nuova avventura per la nostra famiglia”.

"Sono contenta della decisione che abbiamo preso perché assicura alle mie bambine un'ottima qualità di vita, spazio e tempo per vivere a pieno la vita familiare", racconta Francesca a SBS Italian dalla sua casa a Surrey Hills, un quartiere a nord di Melbourne.

Eppure, fino a febbraio 2020, mancava un pezzo per completare il puzzle familiare: la mamma di Francesca, la Signora Laura Baldoin, aka Nonna Laura, rimasta in Italia.



In evidenza

• L’attesa per chi chiede un visto non contributivo per il ricongiungimento di un familiare supera i 30 anni, al momento ci sono 50.000 domande in attesa di risposta;

• Sebbene ci siamo 55.000 richieste attive di visti contributivi, il tempo di attesa per questa categoria è di cinque anni a fronte di un pagamento di 48.000 dollari di tasse per singolo visto;

• Il tempo di attesa per il ‘Remaining Ralative Visa’ supera i 50 anni, ma per ottenerlo il genitore deve dimostrare che l’unico familiare al quale può appoggiarsi è un cittadino australiano o un residente permanente.


“Devo fare una premessa: sono figlia unica, mia mamma è da sola. Per questo, appena trasferiti in Australia, abbiamo cercato un modo per farle trascorrere più tempo possibile qui con noi”, continua Francesca.

Dal 2015, Nonna Laura ha fatto i bagagli una volta all’anno e attraversato il mondo per riabbracciare le nipoti, Beatrice e Sofia, con la valigia carica di libri in italiano per aiutare le bambine a mantenere la lingua e non dimenticare le proprie radici.

“Mia mamma veniva con un Tourist Visa per 4/5 mesi all’anno e poi tornava in Italia. Era un buon equilibrio all’inizio, ma poi il viaggio da sola è diventato sempre più difficile da gestire”.
Senior
Senior Source: Pixabay/Pasja

“Più paghi e meno aspetti”

“Sarà che io penso sempre un po’ al futuro, ma in questi anni ho sentito il bisogno di insistere con la mamma perché rimanesse con noi in modo permanente”. Finalmente a febbraio 2020 Francesca riesce a convincere la madre a trasferirsi definitivamente in Australia.

“Quando abbiamo iniziato a valutare le nostre opzioni, quelle che mi sembravano più adatte alla nostra situazione erano la Contributory Parent Visa e la Aged Parent Visa”, ma quasi subito Francesca si trova ad escludere il visto contributivo.

"Non abbiamo avuto altra scelta: la tassa da pagare per il Contributory Parent Visa è di 47.755 dollari e non avremmo potuto sostenere la spesa. L’Aged Parent Visa costa molto meno, ma il fatto è che più paghi, meno aspetti”.

Il visto richiesto dalla Signora Baldoin ha un costo di 6.415$.

"Se accetti di pagare, l'attesa per avere il visto è di circa quattro anni, mentre con il visto che abbiamo richiesto noi il periodo di attesa è di 30 anni".

Durante l'anno finanziario 2019-2020, il dipartimento di immigrazione ha ricevuto 50.000 richieste di visti non contributivi; di questi solo 1.275 possono essere concessi ogni anno, allungando il periodo di attesa, che arriva a superare 30 anni.

Invece, sebbene ci siano state oltre 55.000 richieste di visti contributivi per genitori, l’attesa prevista è di 5 anni perché a questa categoria vengono concessi oltre 6.000 visti ogni anno.

Nel 2014, il governo federale ha cercato di abrogare alcune sottoclassi di visti, tra alcuni visti familiari, ma il Senato non ha appoggiato la proposta, per questo motivo il governo ha deciso di imporre un tetto massimo ai visti concessi ogni anno.

'Visti di scarso valore'

Kerry Murphy, esperto in diritto dell'immigrazione e docente presso l'Australian Catholic University, sostiene che questi visti hanno "scarso valore" proprio a causa dei lunghi tempi di attesa.

Per poter accedere ad un visto non contributivo dall’Australia, il richiedente deve essere abbastanza avanti con l’età da ricevere la pensione in Australia e superare dei test medici. 

"I genitori anziani potrebbero quindi non riuscire a superare le visite mediche nel momento della valutazione della loro domanda", spiega Murphy. 

Nonostante le difficoltà e le incertezze Francesca Roma non si perde d’animo: “Prima di ricevere la conferma del visto, bisogna fare una visita medica, e a volte scherziamo con la mamma dicendo che quando sarà chiamata per fare la visita avrà 100 anni... Ma davvero dopo un anno di discussioni questa è la soluzione che per noi ha funzionato meglio”.

Lauda Baldoin ha al momento un Bridging Visa A che le consente di rimanere in Australia a tempo indeterminato. Tuttavia, dovrà richiedere un Bridging Visa B ogni volta che deciderà di uscire e rientrare in Australia.

La Signora Baldoin ha lasciato non senza difficoltà la sua casa a Treviso, e non sa quando potrà farvi ritorno: “Ogni volta che vorrò tornare in Italia per far visita i miei amici dovrò fare una richiesta all’immigrazione e non potrò rimanere per molto tempo, non mi sento libera”.

“Non mi sento né da una parte né dall’altra”, racconta a SBS Italian la Signora Baldoin, “per rimanere in Australia mi sono iscritta all’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all'estero), quindi non sono più cittadina italiana in un certo senso, ma nel frattempo non sono ancora cittadina australiana. Ci sono troppe restrizioni sulla concessione dei visti”.

Pur condividendo le preoccupazioni della madre, Francesca si sente molto fortunata perché se avessero aspettato più a lungo per richiedere il visto la madre si sarebbe trovata sola al momento dello scoppio della pandemia in Italia, e sarebbero state separate per un tempo indeterminato.

Tra il 2015 e il 2016, il limite al numero dei visti per i genitori, compresi quelli contributivi, è stato ridotto da oltre 8675 a meno di 7371 nel 2019-2020, il totale degli altri visti disponibili per genitori si è ridotta lo scorso anno a 444, da 524 nel 2018-19.

54 anni di attesa per un visto

Il Remaining Relative Visa, che è uno dei quattro visti nella categoria Other Family Visa, consente a genitori di cittadini o residenti permanenti in Australia che abbiano non abbiano altri familiari di trasferirsi down under in modo permanente.

In tre anni, tra il 2016-17 e il 2018-19, sono stati concessi 199 visti in questa categoria.

Il Dipartimento degli Affari Interni non riporta i dati per le singole sottoclassi di visti, ma al 30 giugno 2020 sono state presentate 8.785 domande.

Il tempo di valutazione di questa categoria è ancora più lungo: "Il tempo di attesa per ottenere un Remaining Relative Visa è di 54 anni", spiega Murphy.

Attribuire un valore economico ai legami familiari

Secondo i , professore di legge presso University of Adelaide, nel corso degli anni ‘90 in Australia si emigrava soprattutto grazie a visti permanenti.

In particolare il 58% degli immigrati entrava in Australia con visti di ricongiungimento familiare o visti familiari, il 25% era rappresentato da lavoratori specializzati e il 17% da rifugiati.

Ma negli anni la composizione complessiva degli immigrati migranti è cambiata radicalmente: a metà anni 2000, il 60% dei nuovi immigrati entrava nel Paese su visti professionali, il 29% su visti familiari e il 9% su visti umanitari.

Nel 2018-19, i visti professionali sono stati 109.713 (62%) e 47.247 quelli familiari, ovvero il 27%, quindi di fatto in tre decenni c’è stato un dimezzamento dei visti familiari.

Emanuela Canini, un'agente di immigrazione di base a Sydney, ha osservato da vicino questa tendenza.

"C'è stata una trasformazione progressiva all'interno del programma di immigrazione dalla fine degli anni '90 a seguito del boom economico e del governo Howard, al fine di portare in Australia sempre più lavoratori qualificati. I governi successivi hanno mantenuto lo stesso approccio riducendo le opzioni di visti familiare e sostituendoli con visti temporanei. Il motto del dipartimento era ‘People our business’”.

“Sebbene il primo obiettivo del programma di migrazione sia intenzionalmente basato su motivi economici, credo che l'idea che i membri della famiglia non contribuiscano all'economia come gli altri migranti sia molto limitante”, prosegue Canini.

“Ci sono studi che riconoscono come il ricongiungimento familiare sia un fattore importante nella costruzione di un senso di appartenenza al paese di insediamento, ancora più che l’ottenimento della cittadinanza”.
Ascolta l'intervista a Francesca Roma
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'Practically defunct': Why some family visa applications take 50 years to process  image

Visti familiari in Australia: un’attesa che può superare i 50 anni

SBS Italian

08/10/202011:51
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