Virginia Trioli: un'ode ai piccoli piaceri (anche italiani) della vita

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Virginia Trioli con una copia del suo libro. Credit: Virginia Trioli

Nel suo ultimo libro, la giornalista di ABC racconta le sue origini italiane: l'infanzia in cucina con la nonna Antonina, una delle ispirazioni per le ricette che prepara ancora ogni settimana.


Due volte vincitrice del prestigioso premio giornalistico della Walkley Foundation, voce storica di programmi della stazione ABC Melbourne 774 ed ex presentatrice di News Breakfast su ABC TV, Virginia Trioli ha da poco pubblicato il suo secondo libro dal titolo ".

A differenza del suo “Generation F: Sex, Power and the Young Feminist", uscito nel 1996, questa pubblicazione ha un carattere ben più intimo e familiare.

Come la stessa Virginia Trioli dice ai microfoni di SBS Italian, si tratta di un memoir che percorre le storie personali attraverso le ricette e i piatti preferiti della giornalista.

Un viaggio che non si muove tra portate principali e piatti complessi, ma è piuttosto fatto di salse, condimenti e assaggi che diventano una sorta di metafora delle piccole cose che rendono la vita speciale.
I contorni sono tra le cose più deliziose e interessanti a tavola, e per questo [sono] una metafora dei piccoli piaceri della vita
Virginia Trioli
In un libro che contiene tutto il suo amore per il cibo, non poteva mancare il riferimento alla sua origine italiana. Tra le pagine si respirano forti i ricordi della Calabria, terra di origine della famiglia paterna.

“Sono figlia di un immigrato italiano che arrivò in Australia in un periodo di cui si parla poco, prima della Seconda Guerra Mondiale. Mio padre aveva circa sette anni quando arrivò con sua madre da Reggio Calabria, per riunirsi con suo padre a Melbourne allo Station Pier”, racconta la giornalista, che attualmente conduce il programma televisivo "Creative Types with Virginia Trioli" su ABC.

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La giornalista Virginia Trioli. Credit: Virginia Trioli
Il nonno di Trioli era arrivato qualche anno prima per costruire un futuro migliore per la famiglia.

“Lui e altri avevano subodorato l’imminenza della guerra, la vita ai tempi di Mussolini non era stata facile... Erano parte di quella migrazione precedente alla guerra si cui non si parla abbastanza; davvero mio padre dovette abbandonare la propria lingua, la cultura e il suo stesso nome, ma l’essenza di italianità che rimase nella mia famiglia fu il cibo e la cucina”.

Nel libro, Trioli raccoglie alcune delle ricette tramandate dalla Nonna Antonina con la quale passava ore in cucina da bambina.

“Era una cuoca molto semplice, aveva molti figli quindi il cibo doveva essere nutriente e squisito e abbondante. Io cucino ancora oggi le sue polpette, le sue melanzane alla parmigiana... Mi ha insegnato a fare la pizza, verdure e contorni che sono parte integrante del mio repertorio culinario”.

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