La tregua regge in una Gaza divisa in due

Israel Palestinians

Palestinesi sfollati si radunano con i loro averi vicino a un posto di blocco mentre aspettano di tornare alle loro case nella parte settentrionale della Striscia di Gaza, domenica 26 gennaio 2025. Source: AP / Abdel Kareem Hana/AP/AAP Photos

Ad una settimana dall'inizio della tregua, i bombardamenti sono cessati nella Striscia e gli aiuti umanitari sono tornati ad essere consegnati in misura maggiore, ma il ritorno dei palestinesi verso le proprie case rimane difficile, specialmente nelle regioni settentrionali.


Gli ultimi sette giorni a Gaza sono stati contrassegnati da una cessazione delle violenze, ma allo stesso tempo c'è una nuova "tensione" che, secondo il corrispondente del Manifesto da Gerusalemme Michele Giorgio ha smorzato l'entusiasmo iniziale di molti.

Da una parte, l'operazione militare israeliana in Cisgiordania ha "molto attenuato le prospettive più positive" ed è indicativa, secondo Giorgio, della "intenzione di Israele di dare un segnale, cioé che la guerra non è finita".
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20/01/202513:56
Inoltre il corridoio Netzarim, "che Israele ha costruito da est a ovest di Gaza" separando le regioni settentrionale del Paese, rimane chiuso, impedendo agli sfollati che risiedevano in quell'area di rientrare a casa.

Durante l'ultimo scambio di ostaggi non è stata consegnata dalla Jihad Islamica l'israeliana Arbel Yehud e il governo di Tel Aviv ha deciso di rimandare la riapertura del corridoio a dopo la sua liberazione.
Il nord di Gaza è stata la parte più colpita dai bombardamenti israeliani: è improbabile che gran parte delle famiglie possano ritrovare, almeno in parte, la loro abitazione.
Michele Giorgio, corrispondente per il Medio Oriente del quotidiano Il Manifesto
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