Il blocco dei viaggi all'estero dall'Australia: un male necessario?

Stranded Australians have filed legal action with the UN against the Morrison government.

Stranded Australians have filed legal action with the UN against the Morrison government. Source: pexels

A causa della pandemia, l'Australia ha chiuso i propri confini ai non cittadini o residenti permanenti, e imposto una quarantena obbligatoria a chi fa ritorno in Australia. Non solo: dallo scorso 22 marzo, il primo ministro Scott Morrison ha annunciato il divieto per cittadini e residenti permanenti di viaggiare all'estero.


Questo divieto, lo sottolineiamo, si applica a cittadini e residenti permanenti, ma non a titolari di un visto temporaneo, che, tuttavia, qualora decidessero di partire non potrebbero fare ritorno in Australia.

Per poter viaggiare all'estero, "soltanto i cittadini australiani e i residenti permanenti che di solito sono residenti in Australia devono richiedere un'esenzione per lasciare l'Australia", ha spiegato una portavoce del dipartimento degli interni (Home Affairs Department). 

Nello scorso fine settimana alcuni articoli pubblicati sui quotidiani The Age e The Australian hanno sottolineato che le richieste di esenzione hanno difficilmente successo. Addirittura tre su quattro vengono respinte, e il processo di richiesta viene spesso descritto da chi lo fa come complesso e stressante.

L'Australian Border Force ha concesso un'esenzione a 22.640 persone dal 25 marzo al 31 luglio, su un totale di 91.950 domande ricevute nello stesso periodo.
Durante il programma abbiamo chiesto ad ascoltatori e ascoltatrici come stanno vivendo il fatto di non potersi recare all'estero, e se ritengono che la misura sia un male necessario, allo scopo di evitare nuove ondate di contagio da coronavirus in Australia.

Giuseppe Avigliano è un italiano che risiede a Perth. Come ha scritto sulla nostra pagina Facebook, si prepara a fare domanda per ottenere un’esenzione e andare in Italia a ottobre. Giuseppe ha spiegato ai nostri microfoni che in genere torna nel Bel paese una o due volte all’anno, essendo direttamente coinvolto in un’azienda che ha aperto in Basilicata col fratello.

Oltre all’incognita dell’esenzione, che Giuseppe spera di ottenere per motivi riconducibili al “business”, rimane però la spesa non indifferente della quarantena obbligatoria al ritorno, che si aggiunge a quella dei voli. 

Margherita ha commentato sulla pagina Facebook: "seguo il gruppo FB sul travel ban e ci sono delle storie strazianti. Non capisco come possano impedire a dei cittadini di un Paese estero di tornare nel Paese di cui hanno il passaporto... Ok impedire di tornare ma non capisco su quali basi legali possano impedire di partire".

Erminio, cittadino italiano e australiano di Melbourne, contava di andare in Italia a Natale a trovare la sua famiglia.

"Non sono necessariamente in una situazione difficile", ha spiegato, ma crea senza dubbio un po' di stress l'idea di non poter andare facilmente in Italia in caso ci fossero situazioni di emergenza familiare.

"Io capisco il provvedimento [del governo], preso alcuni mesi fa in una situazione di emergenza e di panico, ma mi stupisce che a distanza di alcuni mesi il tutto continui ad essere avvolto da questo senso di incertezza, quasi di opacità", ha aggiunto Erminio ai microfoni di SBS Italian.

"Questo crea un generale clima di incertezza e di stress non sostenibile, specie per persone che si trovano ad affrontare problemi gravi che richiedono loro di tornare nel proprio Paese".
Ci sono già tanti disincentivi a lasciare l'Australia
Sempre sulla  Leo chiede invece: "Quanto stanno costando alla collettività i casi importati? Quale è l’origine di questa seconda ondata? È meglio avere pochi viaggiatori in quarantena o interi stati in lockdown? Si può sempre rinunciare alla cittadinanza australiana se necessario".

Gli fa eco Simona: "siamo in una situazione di pandemia, non capisco chi si lamenta di non poter tornare in Italia per una vacanza. Dopo 24 ore di volo io avrei paura ad abbracciare i miei genitori non più giovanissimi... quanto egoismo e negazionismo in certi discorsi...".

Un sms giunto durante il programma, da parte di Luigi, ricorda che comunque, una volta arrivati in Italia, viene richiesto di sottoporsi ad una quarantena: "il fatto che la quarantena sia fiduciaria non vuol dire non sia obbligatoria".


I cittadini e i residenti permanenti che necessitano di viaggiare all'estero e ritengono di appartenere ad una delle seguenti categorie possono fare domanda per un'esenzione sul sito del Dipartimento degli interni.

Se si rientra nelle seguenti categorie, si può fare domanda perché un'esenzione venga concessa dall'Australian Border Force Commissioner.

  1. il viaggio fa parte della risposta all'epidemia di COVID-19, compresa la fornitura di aiuti internazionali
  2. il viaggio è essenziale per le attività di aziende e affari essenziali (comprese le industrie di esportazione e importazione)
  3. il viaggio è essenziale per ricevere cure mediche urgenti che non sono disponibili in Australia
  4. si ha necessità di viaggiare per "affari personali urgenti e inevitabili" o per "motivi compassionevoli o umanitari"
  5. il viaggio è nell'interesse nazionale
Il deputato liberale Dave Sharma ha dichiarato a The Age che queste misure sono misure estreme per tempi estremi, ma non si possono tenere in vigore a lungo. Sharma ha anche sottolineato che non gli risulta ci siano altre nazioni al mondo che abbiano imposto una restrizione simile ai propri cittadini.

Ma secondo il primo ministro Scott Morrison non è ancora prevedibile una riapertura dei confini, e rappresentanti del dipartimento della sanità hanno sottolineato che le misure intendono prevenire il ritorno di cittadini o residenti permanenti contagiati all'estero, ma anche la possibilità di avere cittadini o residenti permanenti bloccati all'estero e bisognosi di assistenza.

Ascolta il programma:
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Is the current ban on travel from Australia a necessary evil?

SBS Italian

18/08/202020:58
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