Cosa ci spinge a mantenere la lingua italiana (o no)?

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Mantenere l'italiano in famiglia, una priorità per alcuni, una sfida troppo grande per altri. Credit: Photo by SHVETS production (Pexels)

La lingua italiana, secondo il Censimento, si parla sempre meno nelle case australiane, ma dietro il dato c'è forse una realtà più complessa.


Il legame con le origini passa, si sa, anche per la lingua. Nonostante l’orgoglio di essere italiane e italiani sia forte anche tra chi è nato magari già Down Under, la conoscenza e l’uso quotidiano dell’italiano in Australia vanno progressivamente scemando.

Secondo i dati emersi dal più recente Censimento, quello del 2021, sono diminuite notevolmente le persone che dichiarano di parlare l’italiano a casa propria. Ma il dato riflette una disaffezione nei confronti della lingua?

Abbiamo chiesto ai nostri ascoltatori e ascoltatrici se mantengono ancora la lingua italiana a casa, e dalle loro testimonianze emergono abitudini e motivazioni diverse.

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A partire dal 2006 i Censimenti australiani hanno cominciato a rilevare un calo del numero di persone che dichiarano di parlare italiano a casa, ma, anche se il calo è oggettivo, potrebbe essere una sottostima.

"Se anche i giovani di seconda e terza generazione parlano l'italiano, lo parlano a casa dei genitori o dei nonni, non in casa propria", sottolinea la professoressa Nina Rubino, docente della University of Sydney, ai microfoni di SBS Italian, "e questo è un dato che il Censimento non registra".

"Noi a casa abbiamo sempre parlato italiano", racconta Armando, un ascoltatore poliglotta, "è molto importante, perché è parte della tua identità, l'italiano è chi siamo".

"Il regalo più bello che si può fare ai propri figli è sicuramente di crescerli bilingui, senza dubbio", commenta la professoressa Rubino.

Ma mantenere il bilinguismo non è sempre facile. Valentina, che ha tre figli ed è sposata a un italiano, nota che i tre figli parlano italiano ma con un accento australiano, anche perché lei ha scelto di parlare in inglese con loro nei tre anni in cui hanno vissuto fuori dall'Australia, affinché non perdessero l'inglese.

"Insegnavo in una scuola in inglese e parlavo inglese tutto il giorno quando è nato il mio primo figlio, quindi mi è sembrato naturale parlare in inglese con lui", spiega.
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Fabrizio invece specifica semischerzosamente: "mi sento romano, non italiano". Con la figlia primogenita ha subito cominciato a parlare solo italiano in casa, e la bambina cresce bilingue.

Anche Lara, che ha una figlia ormai adulta perfettamente bilingue, concorda sul fatto che "il bilinguismo è un regalo enorme".

Fernando invece dice di parlare italiano in casa obtorto collo, spinto soprattutto dalla moglie: "Io sono un integrazionista, io ho scelto di venire in questo posto al di fuori dell'Italia (...) ma penso che i figli debbano sentirsi a casa, appartenenti al posto dove sono nati e cresciuti. È normale che si sentano australiani e non italiani".

E voi che lingua parlate a casa vostra? Mantenete l'italiano? Scriveteci a [email protected]
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