Bettino Craxi, santo o malfattore?

Il leader del Partito Socialista Bettino Craxi, ritratto con il tradizionale garofano rosso simbolo del partito durante la campagna elettorale del 1987.

Il leader dello PSI Bettino Craxi, ritratto con il tradizionale garofano rosso simbolo del partito durante la campagna elettorale del 1987. Credit: Umberto Cicconi/Getty Images

A 25 anni dalla sua morte, rimane acceso il dibattito sull'eredità politica e sociale di Bettino Craxi.


"Se aveva diritto ai funerali di Stato, allora aveva diritto a essere curato da uomo libero in Italia. Questa ipocrisia va sanata".

Queste sono le parole che da anni Stefania Craxi ripete a proposito di suo padre Bettino, morto ad Hammamet il 19 gennaio di 25 anni fa.

Nato nel 1934, Bettino Craxi morì in Tunisia in esilio o in latitanza, a seconda della valutazione politica di chi ne parla.

Dopo la sua scomparsa, Massimo D'Alema propose il funerale di Stato alla famiglia, scatenandone le ire per la contraddizione tra la morte in latitanza e i massimi onori della Repubblica.

E Bettino Craxi fu veramente l'uomo delle contraddizioni: l'ultimo grande statista d'Italia o uno dei maggiori responsabili del degrado morale della Prima Repubblica?

Ascolta l'intervista con il docente di storia contemporanea all'Università degli Studi dell'Insubria Antonio Maria Orecchia

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