"È arrabbiato, si sente solo; non ho mai visto mio figlio così": L'impatto del distanziamento sociale sui bambini

Secondo la psicologa Valentina Mosca "Il non trovarsi ad avere più momenti di svago sia con i coetanei che all’aperto può comportare confusione spesso associata ad ansia e stress". Ma l'isolamento imposto dalla pandemia offre talvolta anche risvolti positivi per genitori e figli.

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Source: Getty Images/Andree Frischkorn/EyeEm

Per Stefania, la mamma di Elisa, una bambina di sei anni residente a Melbourne, questi sono veramente tempi duri. 

"Mi sveglio presto la mattina. Vorrei scappare via", ha confidato Stefania in un'intervista con SBS Italian, parlando dell'ansia che sperimenta da quando sua figlia di sei anni ha cominciato a esibire dei comportamenti di rabbia e frustrazione. 

Da quando Elisa ha dovuto stare a casa da scuola e non può più frequentare i coetanei per via delle misure introdotte dal governo per il contenimento del coronavirus, "non tollera nessun 'no'. Ogni negazione porta a un'esplosione di rabbia", spiega Stefania. 

In realtà sia Stefania che Elisa sono dei nomi fittizi, perché "Stefania" ha condiviso la sua storia a condizione di rimanere anonima.
"Piange per cose piccole che derivano anche da dei 'no' dovuti alle circostanze, del tipo 'non possiamo comprare un gelato perché il negozio è chiuso'. Si butta a terra e si dispera…Si arrabbia con me soprattutto". 

Sembra che Elisa trovi tutto inutile. "L'altro giorno voleva sapere quando potrà riabbracciare la nonna, e quando ho iniziato a dire che non potevamo al momento è esplosa e ha detto 'Cosa? Che cosa viviamo a fare allora?' ed era molto arrabbiata".

Cambiamenti d’umore, problemi nell’addormentamento, irritabilità

Secondo la psicologa italiana Valentina Mosca, comportamenti come questi sono comuni al momento per molti bambini di tutto il mondo. 

“È stato visto che la maggior parte dei bambini si sono adattati bene alle restrizioni [per il contenimento del COVID-19] anche se con non poche difficoltà. [Ma] cambiamenti d’umore, problemi nell’addormentamento, irritabilità sono sempre dietro l’angolo e quindi molto frequenti", ha detto la Dott. essa Mosca.
"Se i genitori sono in grado di captare i più piccoli segnali del loro bambino/ ragazzo ne beneficerà la loro salute psicofisica". 

A partire dalla fine di marzo, il mondo dei bambini e degli adolescenti australiani, sebbene in gradi diversi nei vari stati, è cambiato completamente.

Niente più "playdates", nessuna attività sportiva organizzata, e — a meno che i genitori non siano degli “essential workers” — nessuna interazione di persona con i propri compagni di scuola. 

Questo mese vari stati e territori hanno cominciato ad allentare alcune delle restrizioni. Ad esempio il NSW ha annunciato che a partire dal 1 maggio, due adulti con figli possono visitare un'altra famiglia ed il 4 maggio il South Australia ha annunciato che i vari comuni potranno riaprire i parchi giochi. 

Ma un la normalità è ancora lontana.
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Tre milioni di bambini australiani nelle ultime settimane sono stati a casa da scuola e l'apprendimento è avvenuto via internet. Source: Getty Images/Constantine Johnny

"È arrabbiato, si sente solo"

La tecnologia ha in parte riempito questo vuoto, con l'apprendimento online e qualche volta delle video conferenze con gli  amici. 

"Ma la giornata è lunghissima da riempire", ci ha confidato un'altra mamma, anche lei anonimamente. 

Deborah (anche questo un nome fittizio) ha un figlio di 11 anni, che da quando ha dovuto rimanere a casa, mostra dei comportamenti inconsueti.

"Io non ho mai visto mio figlio così...Una cosa è essere arrabbiato un giorno o due ma questa è una cosa che va avanti da 4-5 settimane e non può essere normale". 

"È arrabbiato. Si sente solo".
In passato suo figlio era molto attivo ma sembra che abbia perso la voglia di uscire di casa e fare attività fisica. 

"Gli dico andiamo in bici; no. Bushwalking; no". A lui piaceva andare il monopattino ma tutti i parchi sono chiusi. Quindi non so da che parte girarmi perché comunque non ci sono tante opzioni al momento”.
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La tecnologia ha riempito una piccola parte del vuoto lasciato dalla mancanza di interazioni sociali. Source: Getty Images/Emma Kim

"Perdere i momenti di svago con i coetanei può causare ansia"

Secondo la psicologa italiana Valentina Mosca "Il non trovarsi ad avere più momenti di svago sia con i coetanei che all’aperto può comportare confusione spesso associata ad ansia e stress".

"[I bambini/adolescenti] si sentono privati in modo improvviso della loro quotidianità e la rabbia può essere la reazione più frequente specialmente nei bambini più grandi che stanno attuando l’identificazione con il gruppo dei pari,” ha spiegato.

I genitori sono spesso l'oggetto di questa rabbia

Secondo la dottoressa Mosca è importante che i genitori sappiano riconoscere e non nascondere i segnali di disagio dei propri figli, e che cerchino di dialogare con loro. 

"Il relazionarsi con persone adulte che molto spesso non comprendono i loro stati d’animo accentua le reazioni negative che si possono manifestare a causa della situazione”, ha spiegato. 

"La rabbia è una reazione normale nel caso in cui la persona oggetto della rabbia potrebbe non aver soddisfatto o compreso qualche bisogno del bambino", sottolinea la Dott.essa Mosca.
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Secondo la Dott.essa Valentina Mosca "è importante che i genitori sappiano riconoscere e non nascondere i segnali di disagio dei propri figli". Source: Supplied
"È importante valutare le situazioni in cui si verifica e può essere causata dallo stress attuale che i bambini stanno affrontando, la frustrazione data dall'impotenza di non poter fare le cose abituali o dall'insicurezza nel caso in cui i bambini non ricevono le attenzioni richieste".

Inoltre i bambini osservano come i genitori gestiscono la propria ansia, ha spiegato la Dott.essa Mosca. 

"Stando a casa tutto il giorno, i bambini osservano di continuo il modo in cui i genitori provano e manifestano questo tipo di emozioni che non devono essere nascoste o censurate".
La paura più grande per Deborah è che questo nuovo comportamento di suo figlio continui anche una volta che le cose siano tornate alla normalità. 

E teme che rimanga indietro con la scuola. 

"Spero che non sia una cosa che tiri dietro per tutto l’anno o che addirittura non debba perdere l’anno... L’unica cosa che mi consola un pochino e che non sarà l’unico".

“Abbiamo fatto molte cose che non abbiamo mai fatto prima”

Ma non per tutti le restrizioni per il contenimento del COVID-19 hanno avuto un impatto negativo sulle dinamiche familiari. 

Secondo Chiara Aghito, residente di Sydney, questo periodo ha dato l’opportunità a lei e a suo figlio di nove anni di avvicinarsi.  

"Ci ha uniti... Ci ha sconvolti perché bisogna a trovare attività da fare. Abbiamo fatto tante cose io e lui che prima non abbiamo fatto perché eravamo troppo stanchi, o troppo impegnati". 

"Ha imparato a fasi il suo letto…Gli ho insegnato a fare il sapone, a giocare a Scala 40, a fare cose di altri tempi”.  

Suo figlio di 9 anni è molto indipendente nell'apprendimento online e non sembra affatto turbato dalle nuove circostanze. 

"Gli organizzo la giornata la sera prima con delle attività e delle letture mentre io lavoro", ha detto Chiara a SBS Italian.

"Abbiamo tenuto gli stessi orari di scuola, le stesse abitudini: lui si mette l’uniforme, fa un break alla stessa ora, e stessa cosa per il pranzo... Questo funziona bene per noi che lavoriamo da casa a facciamo pranzo tutti insieme".
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Il South Australia sarà il primo stato a riaprire i parchi giochi. Source: Getty Images/Raja Islam

"La perdita delle loro abitudini e routine potrebbe farli sentire destabilizzati"

La routine è uno strumento fondamentale per abituare i bambini a orientarsi in questa nuova realtà, spiega la Dottoressa Mosca. 

"La perdita delle loro abitudini e routine potrebbe farli sentire destabilizzati; è importante ricreare a casa le loro abitudini e quindi organizzare, ad esempio, 'il momento della merenda', 'il momento dell’attività fisica', in modo tale che si sentano rassicurati e possano vedere che i loro momenti non sono scomparsi ma si sono solo modificati".

"Per routine si intende anche nel mantenimento degli orari in cui ci si sveglia e ci si addormenta in modo da non alterare il loro ciclo sonno veglia". 

La Dott.ssa Mosca consiglia di pianificare la sera prima le attività da svolgere il giorno dopo. 

Inoltre consiglia di "suddividere le giornate in giorni lavorativi e del weekend in cui nelle giornate lavorative ci si sveglia presto, ci si cambia e ci si prepara e nel weekend si sta più rilassati".

"È opportuno non esporre i bambini gran parte del tempo davanti alla TV o al computer per non incentivare possibili problemi comportamentali”, ha aggiunto.

"Prima li vedevo crescere, ma di statura, non in personalità"

Paolo de Luca, residente a Wollongong, ha un figlio di 5 anni e una figlia di 11. 

Prima del COVID-19, lavorava 65 ore alla settimana nel settore della ristorazione. Dopo essere stato temporaneamente sospeso dalla sua posizione per via del COVID-19, visto che la moglie lavora fuori da casa, è lui a stare a casa con i figli tutti i giorni. 

“Loro sono molto contenti,” ha detto a SBS Italian. "Andiamo al parco e giochiamo al pallone, che è una cosa che non facevo molto prima”. 

“Prima li vedevo crescere, ma di statura, praticamente, non in personalità, perché non ero mai a casa”.
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Paolo de Luca con i suoi due figli. Source: Supplied

"Non capisce che devo lavorare da casa"

Rimane il fatto che per molti genitori, cercare di lavorare da casa e allo stesso tempo guardare i figli, o stargli dietro con l’educazione a distanza, è un vero e proprio atto di equilibrismo. 

Per Stefania, che lavora full time da casa, certe situazioni sono a volte difficili da gestire. 

"Ieri cercavo di fare formazione online ad una signora anziana che deve assolutamente usare Zoom, e allo stesso tempo Elisa voleva le mie attenzioni, allora si è messa fuori dalla porta a dare calci alla porta e a urlare".

"Ho stretto i denti e ho cercato di chiudere il training prima del solito e poi ho cercato semplicemente di consolarla, di spiegarle che sto lavorando, ma non sembra entrarle in testa in nessun modo".

"A volte smetto di lavorare e cerco di abbracciarla e rassicurarla. Altre volte le do l'iPad e mi dico: 'Così sia'. A volte la sorella grande riesce a coinvolgerla e giocano insieme per un po'. Ma poi viene da me e dice 'I'm bored'".
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Many kids are happy to spend more time at home with their parents and siblings. Source: Julia M Cameron/Pexels
"Lei in realtà non è felice neanche quando sto con lei. È come se non capisse più come fare. Vorrebbe stare con me ma poi non è in pace". 

Nel caso entrambi i genitori lavorino da casa, la Dott.essa Mosca consiglia “i genitori in smart working possono alternarsi nell’accudimento così da non lasciare soli i più piccoli”.

Inoltre consiglia inoltre di coinvolgerli nelle attività quotidiane e renderli partecipi nelle attività casalinghe.
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Published 1 May 2020 1:19pm
Updated 7 May 2020 10:51am
By Chiara Pazzano


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