Il veneto? È una lingua, Alessandro Mocellin ci spiega perché

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Fabio Sandonà e Alessandro Mocellin negli studi di SBS a Melbourne. Credit: SBS Italian

Spesso si dice che un dialetto non è altro che una lingua senza esercito, ma secondo Mocellin, dell'Accademia de ła Bona Creansa, ci sono molti motivi per cui il veneto può essere a tutti gli effetti considerato una lingua.


"In realtà il veneto, se dovessimo pensarlo dal punto di vista anche dell'esercito o della marina, ha avuto la repubblica più lunga della storia dell'umanità, la Repubblica Veneta, Repubblica di Venezia", spiega Alessandro Mocellin, docente di Lingua Veneta e presidente dell'Accademia de ła Bona Creansa, al microfono di SBS Italian.

"Ma a parte questo, dal punto di vista proprio della linguistica, il veneto è una lingua differente dall'italiano, come del resto anche il siciliano, il napoletano, il piemontese sono lingue differenti dall'italiano", continua Mocellin, che si trova a Melbourne per una serie di incontri dedicati alla lingua veneta.

"Dal punto di vista della sintassi, proprio della grammatica in senso stretto, il veneto ha un paio di regole che sono intanto i phrasal verbs come in inglese, cosa che in italiano non esiste, e il veneto soprattutto ha l'inversione interrogativa come l'inglese".

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Ma il veneto ha anche specificità etimologiche, sottolinea Mocellin, che ricorda come la parola ormai diffusa a livello internazionale "ciao" abbia origine veneta e derivi dalla parola sciao (schiavo): "in realtà non ha niente a che fare con la schiavitù, anzi era proprio il modo in cui i nobili, in maniera assolutamente esagerata, si dicevano 'sono [tuo] schiavo', 'sono a tua totale disposizione', quindi è una deferenza completa".

E la lingua veneta viene ancora parlata nel mondo, dove ci sono nutrite comunità di emigrati veneti e di loro discendenti, come ad esempio in Brasile e in Australia.

In queste comunità all'estero si verificano interessanti esempi di code switching, osserva Mocellin, "quindi un cambio anche non solo tra inglese, veneto e anche, ovviamente con l'italiano, ma anche addirittura la possibilità di sentire diverse varietà del veneto; magari qualcuno che ha un genitore o un nonno triestino e un altro travisano e [capita di] sentire insomma le due varietà insieme".
Le macrovarianti principali del veneto sono tre
Alessandro Mocellin
"Se magari fino a qualche anno c'era un po' di reticenza nel parlare o nell'esprimersi in veneto", spiega Fabio Sandonà, consultore della Regione Veneto a Melbourne, "negli ultimi anni c'è una ripresa della volontà e della voglia di imparare e di riscoprire quelle che sono le origini linguistiche dei discendenti".

Alessandro Mocellin sarà al Coasit per un incontro in inglese dal titolo e per una conferenza su che presenterà anche a Myrtleford e al , a Melbourne.
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